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Perché non provo più desiderio verso il mio partner?

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Perché gli altri possono mangiare ciò che vogliono e io no?

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dell’Apprendimento

E se mio figlio fosse dislessico? 

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Ma chi viene in terapia?

Questa domanda mi fa sempre sorridere, ho l’impressione che chi se la pone si sia costruito l’idea che esistano categorie di persone ben precise a necessitare di terapia e che, probabilmente, ce ne siano altrettante che invece non ne hanno alcun bisogno.
Inutile negare che persista ancora oggi la credenza, o il pregiudizio, che per andare dallo psicoterapeuta occorra avere dei problemi seri, magari anche di natura psichiatrica e quindi indubbiamente da curare. La questione per me è molto più semplice, ha a che fare con la capacità di orientare la propria attenzione alle piccole cose, avendo il coraggio di porsi le giuste domande.

Manuela Stano Psicoterapeuta
Manuela Stano Psicoterapeuta

Terapia individuale

Perché ho difficoltà nel prendere decisioni?

La decisione ha a che fare con la scelta e con la capacità di lasciare andare ciò che non è la nostra opzione senza necessariamente sentire il rimpianto di aver perso qualcosa.

Perché non so dire di no?

Dire no significa mettere un confine in una qualsiasi relazione, che sia con il partner, con un’amica, con un genitore o un figlio. Ciò, però, non è sinonimo di distanza e non rappresenta necessariamente l’intenzione di un allontanamento, al contrario è la linea sulla quale poter incontrare l’altro senza perderci.

Perché gli altri mi sembrano tutti più bravi?

Ricordi l’ultima volta che qualcuno ti ha detto che sei stato bravo? Per poterti sentire capace occorre tu abbia fatto quell’esperienza. Serve che qualcuno se ne sia accorto e dicendotelo abbia rafforzato il tuo stesso sentire; rendendolo così reale.

Perché non porto mai a termine ciò che comincio?

Ti chiedi il perché, forse è più utile sapere come! Come costruisci la fine del tuo progetto? In quale modo decidi di abbandonare? Forse provi tristezza, rabbia, frustrazione. Se inizi ad accorgerti che lasciar perdere è conseguenza di una serie di tue scelte, decisioni che prendi sulla base del tuo sentire, finalmente avrai la possibilità di valutare più opzioni. Tra queste, chissà, troverai anche quella di concludere.

Manuela Stano Psicoterapeuta

Terapia di coppia

Perché non provo più desiderio verso il mio partner?

 Il desiderio è l’esperienza che da sempre colleghiamo a ciò che non si possiede e che vogliamo fare nostro. Quando la relazione è consolidata per continuare ad alimentare la passione occorre percorrere una strada diversa, che ci condurrà a ricercare, all’interno della coppia, non più il desiderio ma il puro piacere.

Perché rinuncio sempre io?

 Ogni volta che dico no a ciò che mi piace sto mettendo da parte qualcosa di me. Ma chi rinuncia non sono solo io! La privazione è sempre una scelta che impongo anche al mio partner, limitando così a entrambi la possibilità di trovare una NOSTRA soluzione. 

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Mindful eating

Perché gli altri possono mangiare ciò che vogliono e io no?

Se ti fermi e respiri potresti scoprire che ti sei costruito la convinzione, o qualcuno ti ha fatto credere, di non poter mangiare ciò che desideri. Forse, in realtà, non sei concentrato su quello che vuoi ma salti direttamente alle conclusioni negandoti la scelta. Ti fai condizionare da quelle che immagini siano le conseguenze: mettere su un po’ di chili? Un brufolo sul mento? Gli altri mi giudicheranno! In questo modo non fai altro che alimentare un circolo di rinuncia che non prevede altre opzioni. 

Perché non so scegliere cosa mangiare?

Quando siamo piccini andiamo verso il cibo con disinvoltura, scegliendo per colore, odore, consistenza ciò che più ci aggrada, come in un gioco. Siamo capaci di lasciare nel piatto quello che proprio non va giù. Iniziamo, solo in un secondo momento, a dubitare della nostra capacità di scelta. Quello che la pancia richiede è troppo, ciò che la bocca sceglie non va bene. Lasciamo il timone alla convinzione che ci siano cibi giusti e altri sbagliati, orientando le nostre preferenze verso cosa giudichiamo «sano» per noi e così, amaramente, lasciamo da parte ciò che desideriamo.

Perché penso sempre al cibo?

Il cibo ci accompagna da sempre. Ci scalda tra le braccia delle mamma, ci delizia in compagnia di una persona speciale. Ci incontriamo e ci scontriamo attorno al tavolo da pranzo. Ma quali sono i pensieri che rivolgiamo al cibo? Quello che dovresti vivere come un atto spontaneo potrebbe esser diventato un momento di crisi capace di disturbarti a ogni singolo boccone. 

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Training dell’Apprendimento

E se mio figlio fosse dislessico?

Il 5% della popolazione scolastica ha un disturbo di apprendimento. La probabilità che nostro figlio possa rientrare in questa casistica non è così bassa. Occorre anzitutto avere una diagnosi così da poterlo tutelare.

Mio figlio è DSA. Come posso sostenerlo?

La certificazione rappresenta solo il punto di partenza, è la fotografia di quelli che sono i punti di forza e di debolezza. Le risorse di cui nostro figlio risulta carente possono essere allenate, potenziate, non basta una diagnosi, occorre comprendere il loro modo di funzionare per metterli nella condizione di raggiungere, in autonomia, qualsiasi obiettivo scolastico e di vita.

Non so leggere come i miei compagni, sono stupido?

Leggere è sempre apparsa un’operazione semplice, da prima elementare. Richiede, al contrario, la stessa energia che occorrerebbe se decidessimo di imparare a suonare il pianoforte. Questo meccanismo che dovrebbe diventare automatico intorno ai 7 anni, talvolta fatica a consolidarsi perché la benzina che alimenta qualsiasi apprendimento, ossia l’attenzione, si esaurisce più rapidamente, e non può essere ricaricata. Ecco cosa succede ad un bambino con un QI nella norma ma con una diagnosi da DSA o BES!

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